Direttore, qual è il suo ruolo istituzionale?  
Devo garantire la funzionalità  dell’istituto sotto il profi lo della  struttura e della sicurezza e curare  il trattamento rieducativo. Registro  grandi diffi coltà perché i mezzi a  mia disposizione sono inadeguati e  c’è una grossa carenza di personale.  Sono qui da tre anni e all’inizio,  mi sono occupato prevalentemente  della sicurezza. Ora curo l’aspetto  trattamentale, che era molto carente  anche se io non sono considerato  un direttore trattamentale.  L’inaugurazione del nuovo campo  sportivo e il progetto, in fase di  elaborazione, di una falegnameria e  di una panetteria, ne sono la dimostrazione.  Ho molti compiti, ho diviso le sezioni  tra le mie due Vicedirettrici,  che si occupano della prima e della  seconda, mentre io della sezione attenuata  e dell’alta sicurezza. Ricevo  spesso lettere dai detenuti con tanti  problemi e, cerco di fare quello che  posso.  
Crede al recupero del detenuto?  Ha da raccontarci qualche episodio  signifi cativo? 
Ci credo, altrimenti non farei  questo mestiere. Il problema del  recupero è complesso perché non  può avvenire soltanto con il carcere,  perché accanto a un’istituzione  penitenziaria con corsi scolastici,  religione e altro occorre un’assistenza  post-penitenziaria che si  prenda carico del detenuto quando  esce e deve affrontare un mare di  problemi.  Ho conosciuto un detenuto tossicodipendente  che mi chiese l’art.  21 quando ero direttore al carcere  d’Aosta, io ero scettico, ero convinto  che sarebbe rientrato presto. Quel  ragazzo però mi disse una cosa che  mi colpì: “C’è un fatto nuovo nella  mia vita: mia moglie aspetta un  bambino e sono convinto che questo  cambierà la mia vita.” Gli ho creduto  e dopo tanti anni l’ho incontrato  I detenuti della redazione interna al carcere di Marassi  incontrano e intervistano il loro direttore, Salvatore  Mazzeo  Parlando con...  alla guida di un pullman su cui ero  salito. 
Un detenuto è morto cadendo dal  terzo piano del letto a castello:  siamo in uno stato d’emergenza  per il sovraffollamento? Sono  previste sistemazioni per persone  detenute in età avanzata?  
L’incidente capitato è stato terribile.  I letti a castello non dovrebbero  effettivamente esistere. Mi ricordo  che all’Ucciardone i letti a castello  erano addirittura a cinque piani,  i detenuti dovevano arrampicarsi  e legarsi con un laccio per non  cadere: era indecoroso. Un carcere  civile non può ammettere queste  cose, ma è un problema che investe  la politica penitenziaria ed è più  grosso di me.  Tutti quanti dobbiamo sentirci offesi  quando una persona muore.  Siamo in uno stato d’emergenza  che riguarda però tutti gli istituti  penitenziari con 60.000 detenuti.  Qui a Marassi ci sono 700 detenuti,  mentre il numero massimo dovrebbe  essere di circa 400.  Tre anni fa, quando sono arrivato,  c’erano 850 detenuti, ma ho cercato  di non superare i 700. Alcuni  istituti sono in una situazione  peggiore.  Il problema non si risolve solo con  la costruzione di nuove carceri, ma  lo si affronta con opportunità di  lavoro e sovvenzionando le comunità  terapeutiche, poiché un terzo dei  detenuti sono tossicodipendenti.  Costoro in carcere non dovrebbe  proprio entrare, ma essere curati,  perché hanno una situazione psico-fisica impressionante: è veramente  una crudeltà tenerli qui.  Sono i politici che devono intervenire.  Non si può scherzare sulla  pelle dei detenuti, parlando d’amnistia  e creando aspettative senza  mantenerle. La legge prevede, per  gli ultrasettantenni, la sospensione  della pena, ma non in caso di  recidiva, con la legge ex Cirielli, che  considero catastrofi ca. A dicembre  ho partecipato ad una conferenza  nazionale a Palermo sulle tossicodipendenze.  E’ stata ribadita la  contrarietà alle nuove disposizioni  sulla recidiva dei tossicodipendenti  e il ministro Giovanardi s’è  impegnato a modifi care la legge su  quest’aspetto ed è avvenuto.  
Gli agenti hanno un ruolo solo custodiale  o anche trattamentale?  
Hanno un ruolo anche trattamentale,  ma sono più attenti agli aspetti  della sicurezza. Insegnando alla  scuola di polizia penitenziaria a  Cairo Montenotte sono consapevole  di dover rafforzare questa cultura  nel nostro personale. Alcuni episodi  d’aggressività verbale, spesso dipendono  da situazioni di stress psicofi  sico che il detenuto deve sopportare  per le sue vicende personali. E’  perciò necessario farsi anche carico  dei suoi bisogni solo così il detenuto  vedrà nell’agente la componente  trattamentale e non solo colui che  lo chiude.  Perché sono trasferiti lontano  detenuti che hanno qui famiglia e  fi gli?  La legge prevede che, nel limite  del possibile, il detenuto debba  stare vicino alla famiglia in ambito  regionale. Ci sono trasferimenti del  Dipartimento a livello centrale e del  Provveditorato a livello regionale.  Noi chiediamo solo il numero dei  detenuti che devono essere sfollati,  poi le valutazioni le fa il Dipartimento.  Cerchiamo di non trasferire  chi frequenta corsi scolastici, anche  se il numero degli iscritti è molto  alto, sono più di 200 e può accadere  che qualche nominativo sfugga.  
Come si può facilitare la comprensione  delle regole penitenziarie a  molti detenuti stranieri?
  Attualmente esistono solo ordini di  servizio che non tutti conoscono,  stiamo lavorando al regolamento  interno che faciliterà la comprensione.  Abbiamo elaborato un progetto  denominato Stranieri e droga e  credo che sarà operativo ad aprile.  Anche i detenuti elaboreranno delle  proposte nei gruppi di lavoro.  
Ritiene importante ristabilire  il corretto funzionamento della  biblioteca ?  
Cercherò una soluzione a questo  problema in tempi brevi per individuare  uno o più responsabili. Mi  sembra realizzabile l’inserimento  di alcuni computer all’interno della  biblioteca a disposizione dell’utenza,  visto che attualmente non li  autorizziamo, perché diffi cilmente  ispezionabili.  
E’ possibile adibire locali attrezzati  per hobbistica, pittura, modellismo,  ecc…?  
Il problema è lo spazio: la palestra  è utilizzata anche come luogo di  culto, mancano aule scolastiche,  ecc… sarebbe molto utile creare un  piccolo laboratorio per l’hobbistica  all’interno della II sezione. Ci sono  detenuti di molte religioni, gli spazi  sono pochi e non ho soluzioni. La  religione è importante e noi vogliamo  conservare le tradizioni degli  stranieri e la loro cultura.  
Che fondi ci sono a disposizione  per migliorare la struttura scolastica?  
La disponibilità fi nanziaria è limitata,  non abbiamo neanche i soldi per  il detenuto che esce, dobbiamo riciclare  tutti i materiali. Se ci dovessero  essere dei fondi, li utilizzeremo  senz’altro.  
Molti detenuti stranieri non  possono avere il permesso di  colloquio con terza persona anche  italiana, perché non hanno il  foglio di convivenza, ma  spesso hanno dei fi gli. Cosa  possono fare?  
I parenti senza il permesso di  soggiorno dovrebbero essere  denunciati dagli agenti,  quindi preferiamo evitare  il problema. Il colloquio con  terza persona italiana deve  essere giustifi cato da ragioni  particolari: atti giuridici,  notarili, ecc.  Se ci sono dei fi gli e c’è una  certifi cazione di paternità  concediamo sempre i colloqui.  Perché passando dalla  prima alla seconda sezione  sono sospese le telefonate o  i colloqui precedentemente  autorizzati?  Il magistrato non è vincolato al  regolamento penitenziario che  vincola solo noi. Il magistrato può  prescindere dal regolamento e può  autorizzare anche telefonate giornaliere,  noi no. Con terza persona  autorizziamo solo telefonate in casi  urgenti, di trasferimento o con fi gli  di età inferiore ai 10 anni.  
Perché i detenuti stranieri e italiani  che non fanno colloquio non  possono ricevere almeno il pacco  da persone che non hanno lo stesso  cognome?  
Per gli italiani si possono modifi care  le disposizioni, per gli stranieri è  un problema che devo affrontare.  Perché non si può telefonare ai  cellulari e non si può fare una  domandina con un’unica autorizzazione  per le quattro telefonate  al mese?  Una circolare che vieta il colloquio  con il cellulare perché dobbiamo  conoscere l’interlocutore.  Ho già predisposto con il comandante  un modello unico per le telefonate  e si potrà fare una domanda  unica.  
Perché ai detenuti senza soldi non  vengono mai erogati dei sussidi?  
Perché non ce ne sono al momento.  Essi arrivano alla fine dell’anno e  noi li diamo sempre, anche perché,  se no, dovremmo restituirli.  
E’ possibile attivare qui un laboratorio  teatrale stabile?
Abbiamo istituito un’associazione  sportiva permanente, un corso per  arbitri, una squadra di calcio di  detenuti che partecipa ad un torneo  esterno. Vogliamo stabilizzare tutte  le attività, nostro obiettivo è creare  una struttura teatrale stabile.  Quest’anno abbiamo iniziato con  un’esperienza teatrale, legata ad un  corso scolastico, che si concluderà  con una rappresentazione all’esterno.  Mi metto le mani nei capelli,  perché molti dei detenuti-attori  sono ancora giudicabili e con pene  abbastanza lunghe. Devo compiere  un’opera di convincimento nei confronti  dei magistrati per farli uscire  fuori.  
Si potrebbero attrezzare le sale  colloquio con tavolini, per il rispetto  dell’intimità familiare?  
Si può fare, cercherò di eliminare  i muri divisori, anche perché il  nuovo regolamento non li prevede.  Cercheremo di toglierli e di stabilire  qualcosa di più adeguato.  
Sarebbe possibile favorire gli incontri  tra i detenuti e le loro mogli,  come avviene in altre carceri  europee, anche al fi ne di avere dei  figli?  
Di questo problema s’occupò, tanti  anni fa, il Presidente Amato, in  relazione ai problemi dell’affettività  del detenuto. Ci sono due posizioni  differenti: alcuni sono favorevoli,  altri ritengono poco dignitoso per  il detenuto avere una stanza in cui  incontrarsi con la compagna. Credo  sia meglio favorire i permessi premio  per l’affettività. Personalmente  non sarei comunque contrario.  
Il compito del Ser.T è solo quello  di dare metadone e psicofarmaci?  
Il Ser.T dovrebbe dedicarsi  totalmente al detenuto tossicodipendente  sotto l’aspetto  psicologico, sanitario e trattamentale  per una totale presa  in carico del detenuto tossicodipendente  e fa da tramite  con i Ser.T d’appartenenza.  
Il corso odontotecnico operante  a Marassi è disponibile  a costruire protesi dentarie  per detenuti bisognosi,  con l’aiuto del dentista che  lavora in carcere. Cosa ne  pensa?  
E’ un progetto molto interessante,  verifi cate con i docenti  il costo preventivo, di che  tipo di locali e di materiali  c’è necessità ed io valuterò la  possibilità di attuarlo.  
E’ possibile un ricambio più  frequente delle lenzuola ed  una fornitura maggiore di  prodotti per la pulizia?  
La questione igienico sanitaria è  prioritaria, poiché la salute in carcere  deve essere salvaguardata. Mi  informerò e controllerò per i cambi  delle lenzuola. Per i detersivi,  ritengo si tratti di una disfunzione  organizzativa, perché ne compriamo  tanti e forse rimangono nei  depositi.  
E’ possibile realizzare servizi  igienici nei passeggi?
 Ritengo siano realizzabili.  Perché qui a Marassi, si danno  spesso pareri negativi sulle  misure alternative, sui permessi  premio e sull’art. 21?  
Ci sono attualmente circa cinquanta  semiliberi, per cui non mi  sembra che si diano spesso pareri  negativi. Bisogna seguire un certo  percorso trattamentale, per primo  il permesso. Il Magistrato di Sorveglianza  non è vincolato al parere  della Direzione e lo può dare anche  con parere contrario della stessa,  ma può negarlo con parere favorevole.  Per il permesso noi consideriamo  la condotta intramuraria  ed il fi ne pena, il magistrato fa  poi altri accertamenti all’esterno.  
Perché spesso non è comunicato  al detenuto quando  prende un rapporto? Perché  con le ammonizioni si perdono  punti nella graduatoria  del lavoro interno?  
Noi non siamo tenuti a comunicare  il rapporto, quando non  si conclude con una sanzione  disciplinare e con la convocazione  del detenuto davanti al  consiglio di disciplina. La legge  prevede che si comunichino  solo sanzioni, non rapporti.  Il magistrato ci chiede la  situazione e per alcuni ha una  valenza il nostro rapporto, pur  non seguito da sanzione. Per  me quello che conta è la sanzione  e se non c’è il rapporto  non ha nessuna valenza, ma  il magistrato è libero di fare le  sue valutazioni .  Con le ammonizioni si perdono  punti nella graduatoria del lavoro  perché, se anche la sanzione è  stata sospesa c’è stata una condotta  irregolare.  (Giugno 2006)