lunedì 5 marzo 2007

I detenuti della redazione interna al carcere di Marassi intervistano il loro direttore

Direttore, qual è il suo ruolo istituzionale?
Devo garantire la funzionalità dell’istituto sotto il profi lo della struttura e della sicurezza e curare il trattamento rieducativo. Registro grandi diffi coltà perché i mezzi a mia disposizione sono inadeguati e c’è una grossa carenza di personale. Sono qui da tre anni e all’inizio, mi sono occupato prevalentemente della sicurezza. Ora curo l’aspetto trattamentale, che era molto carente anche se io non sono considerato un direttore trattamentale. L’inaugurazione del nuovo campo sportivo e il progetto, in fase di elaborazione, di una falegnameria e di una panetteria, ne sono la dimostrazione. Ho molti compiti, ho diviso le sezioni tra le mie due Vicedirettrici, che si occupano della prima e della seconda, mentre io della sezione attenuata e dell’alta sicurezza. Ricevo spesso lettere dai detenuti con tanti problemi e, cerco di fare quello che posso.
Crede al recupero del detenuto? Ha da raccontarci qualche episodio signifi cativo?
Ci credo, altrimenti non farei questo mestiere. Il problema del recupero è complesso perché non può avvenire soltanto con il carcere, perché accanto a un’istituzione penitenziaria con corsi scolastici, religione e altro occorre un’assistenza post-penitenziaria che si prenda carico del detenuto quando esce e deve affrontare un mare di problemi. Ho conosciuto un detenuto tossicodipendente che mi chiese l’art. 21 quando ero direttore al carcere d’Aosta, io ero scettico, ero convinto che sarebbe rientrato presto. Quel ragazzo però mi disse una cosa che mi colpì: “C’è un fatto nuovo nella mia vita: mia moglie aspetta un bambino e sono convinto che questo cambierà la mia vita.” Gli ho creduto e dopo tanti anni l’ho incontrato I detenuti della redazione interna al carcere di Marassi incontrano e intervistano il loro direttore, Salvatore Mazzeo Parlando con... alla guida di un pullman su cui ero salito.
Un detenuto è morto cadendo dal terzo piano del letto a castello: siamo in uno stato d’emergenza per il sovraffollamento? Sono previste sistemazioni per persone detenute in età avanzata?
L’incidente capitato è stato terribile. I letti a castello non dovrebbero effettivamente esistere. Mi ricordo che all’Ucciardone i letti a castello erano addirittura a cinque piani, i detenuti dovevano arrampicarsi e legarsi con un laccio per non cadere: era indecoroso. Un carcere civile non può ammettere queste cose, ma è un problema che investe la politica penitenziaria ed è più grosso di me. Tutti quanti dobbiamo sentirci offesi quando una persona muore. Siamo in uno stato d’emergenza che riguarda però tutti gli istituti penitenziari con 60.000 detenuti. Qui a Marassi ci sono 700 detenuti, mentre il numero massimo dovrebbe essere di circa 400. Tre anni fa, quando sono arrivato, c’erano 850 detenuti, ma ho cercato di non superare i 700. Alcuni istituti sono in una situazione peggiore. Il problema non si risolve solo con la costruzione di nuove carceri, ma lo si affronta con opportunità di lavoro e sovvenzionando le comunità terapeutiche, poiché un terzo dei detenuti sono tossicodipendenti. Costoro in carcere non dovrebbe proprio entrare, ma essere curati, perché hanno una situazione psico-fisica impressionante: è veramente una crudeltà tenerli qui. Sono i politici che devono intervenire. Non si può scherzare sulla pelle dei detenuti, parlando d’amnistia e creando aspettative senza mantenerle. La legge prevede, per gli ultrasettantenni, la sospensione della pena, ma non in caso di recidiva, con la legge ex Cirielli, che considero catastrofi ca. A dicembre ho partecipato ad una conferenza nazionale a Palermo sulle tossicodipendenze. E’ stata ribadita la contrarietà alle nuove disposizioni sulla recidiva dei tossicodipendenti e il ministro Giovanardi s’è impegnato a modifi care la legge su quest’aspetto ed è avvenuto.
Gli agenti hanno un ruolo solo custodiale o anche trattamentale?
Hanno un ruolo anche trattamentale, ma sono più attenti agli aspetti della sicurezza. Insegnando alla scuola di polizia penitenziaria a Cairo Montenotte sono consapevole di dover rafforzare questa cultura nel nostro personale. Alcuni episodi d’aggressività verbale, spesso dipendono da situazioni di stress psicofi sico che il detenuto deve sopportare per le sue vicende personali. E’ perciò necessario farsi anche carico dei suoi bisogni solo così il detenuto vedrà nell’agente la componente trattamentale e non solo colui che lo chiude. Perché sono trasferiti lontano detenuti che hanno qui famiglia e fi gli? La legge prevede che, nel limite del possibile, il detenuto debba stare vicino alla famiglia in ambito regionale. Ci sono trasferimenti del Dipartimento a livello centrale e del Provveditorato a livello regionale. Noi chiediamo solo il numero dei detenuti che devono essere sfollati, poi le valutazioni le fa il Dipartimento. Cerchiamo di non trasferire chi frequenta corsi scolastici, anche se il numero degli iscritti è molto alto, sono più di 200 e può accadere che qualche nominativo sfugga.
Come si può facilitare la comprensione delle regole penitenziarie a molti detenuti stranieri?
Attualmente esistono solo ordini di servizio che non tutti conoscono, stiamo lavorando al regolamento interno che faciliterà la comprensione. Abbiamo elaborato un progetto denominato Stranieri e droga e credo che sarà operativo ad aprile. Anche i detenuti elaboreranno delle proposte nei gruppi di lavoro.
Ritiene importante ristabilire il corretto funzionamento della biblioteca ?
Cercherò una soluzione a questo problema in tempi brevi per individuare uno o più responsabili. Mi sembra realizzabile l’inserimento di alcuni computer all’interno della biblioteca a disposizione dell’utenza, visto che attualmente non li autorizziamo, perché diffi cilmente ispezionabili.
E’ possibile adibire locali attrezzati per hobbistica, pittura, modellismo, ecc…?
Il problema è lo spazio: la palestra è utilizzata anche come luogo di culto, mancano aule scolastiche, ecc… sarebbe molto utile creare un piccolo laboratorio per l’hobbistica all’interno della II sezione. Ci sono detenuti di molte religioni, gli spazi sono pochi e non ho soluzioni. La religione è importante e noi vogliamo conservare le tradizioni degli stranieri e la loro cultura.
Che fondi ci sono a disposizione per migliorare la struttura scolastica?
La disponibilità fi nanziaria è limitata, non abbiamo neanche i soldi per il detenuto che esce, dobbiamo riciclare tutti i materiali. Se ci dovessero essere dei fondi, li utilizzeremo senz’altro.
Molti detenuti stranieri non possono avere il permesso di colloquio con terza persona anche italiana, perché non hanno il foglio di convivenza, ma spesso hanno dei fi gli. Cosa possono fare?
I parenti senza il permesso di soggiorno dovrebbero essere denunciati dagli agenti, quindi preferiamo evitare il problema. Il colloquio con terza persona italiana deve essere giustifi cato da ragioni particolari: atti giuridici, notarili, ecc. Se ci sono dei fi gli e c’è una certifi cazione di paternità concediamo sempre i colloqui. Perché passando dalla prima alla seconda sezione sono sospese le telefonate o i colloqui precedentemente autorizzati? Il magistrato non è vincolato al regolamento penitenziario che vincola solo noi. Il magistrato può prescindere dal regolamento e può autorizzare anche telefonate giornaliere, noi no. Con terza persona autorizziamo solo telefonate in casi urgenti, di trasferimento o con fi gli di età inferiore ai 10 anni.
Perché i detenuti stranieri e italiani che non fanno colloquio non possono ricevere almeno il pacco da persone che non hanno lo stesso cognome?
Per gli italiani si possono modifi care le disposizioni, per gli stranieri è un problema che devo affrontare. Perché non si può telefonare ai cellulari e non si può fare una domandina con un’unica autorizzazione per le quattro telefonate al mese? Una circolare che vieta il colloquio con il cellulare perché dobbiamo conoscere l’interlocutore. Ho già predisposto con il comandante un modello unico per le telefonate e si potrà fare una domanda unica.
Perché ai detenuti senza soldi non vengono mai erogati dei sussidi?
Perché non ce ne sono al momento. Essi arrivano alla fine dell’anno e noi li diamo sempre, anche perché, se no, dovremmo restituirli.
E’ possibile attivare qui un laboratorio teatrale stabile?
Abbiamo istituito un’associazione sportiva permanente, un corso per arbitri, una squadra di calcio di detenuti che partecipa ad un torneo esterno. Vogliamo stabilizzare tutte le attività, nostro obiettivo è creare una struttura teatrale stabile. Quest’anno abbiamo iniziato con un’esperienza teatrale, legata ad un corso scolastico, che si concluderà con una rappresentazione all’esterno. Mi metto le mani nei capelli, perché molti dei detenuti-attori sono ancora giudicabili e con pene abbastanza lunghe. Devo compiere un’opera di convincimento nei confronti dei magistrati per farli uscire fuori.
Si potrebbero attrezzare le sale colloquio con tavolini, per il rispetto dell’intimità familiare?
Si può fare, cercherò di eliminare i muri divisori, anche perché il nuovo regolamento non li prevede. Cercheremo di toglierli e di stabilire qualcosa di più adeguato.
Sarebbe possibile favorire gli incontri tra i detenuti e le loro mogli, come avviene in altre carceri europee, anche al fi ne di avere dei figli?
Di questo problema s’occupò, tanti anni fa, il Presidente Amato, in relazione ai problemi dell’affettività del detenuto. Ci sono due posizioni differenti: alcuni sono favorevoli, altri ritengono poco dignitoso per il detenuto avere una stanza in cui incontrarsi con la compagna. Credo sia meglio favorire i permessi premio per l’affettività. Personalmente non sarei comunque contrario.
Il compito del Ser.T è solo quello di dare metadone e psicofarmaci?
Il Ser.T dovrebbe dedicarsi totalmente al detenuto tossicodipendente sotto l’aspetto psicologico, sanitario e trattamentale per una totale presa in carico del detenuto tossicodipendente e fa da tramite con i Ser.T d’appartenenza.
Il corso odontotecnico operante a Marassi è disponibile a costruire protesi dentarie per detenuti bisognosi, con l’aiuto del dentista che lavora in carcere. Cosa ne pensa?
E’ un progetto molto interessante, verifi cate con i docenti il costo preventivo, di che tipo di locali e di materiali c’è necessità ed io valuterò la possibilità di attuarlo.
E’ possibile un ricambio più frequente delle lenzuola ed una fornitura maggiore di prodotti per la pulizia?
La questione igienico sanitaria è prioritaria, poiché la salute in carcere deve essere salvaguardata. Mi informerò e controllerò per i cambi delle lenzuola. Per i detersivi, ritengo si tratti di una disfunzione organizzativa, perché ne compriamo tanti e forse rimangono nei depositi.
E’ possibile realizzare servizi igienici nei passeggi?
Ritengo siano realizzabili. Perché qui a Marassi, si danno spesso pareri negativi sulle misure alternative, sui permessi premio e sull’art. 21?
Ci sono attualmente circa cinquanta semiliberi, per cui non mi sembra che si diano spesso pareri negativi. Bisogna seguire un certo percorso trattamentale, per primo il permesso. Il Magistrato di Sorveglianza non è vincolato al parere della Direzione e lo può dare anche con parere contrario della stessa, ma può negarlo con parere favorevole. Per il permesso noi consideriamo la condotta intramuraria ed il fi ne pena, il magistrato fa poi altri accertamenti all’esterno.
Perché spesso non è comunicato al detenuto quando prende un rapporto? Perché con le ammonizioni si perdono punti nella graduatoria del lavoro interno?
Noi non siamo tenuti a comunicare il rapporto, quando non si conclude con una sanzione disciplinare e con la convocazione del detenuto davanti al consiglio di disciplina. La legge prevede che si comunichino solo sanzioni, non rapporti. Il magistrato ci chiede la situazione e per alcuni ha una valenza il nostro rapporto, pur non seguito da sanzione. Per me quello che conta è la sanzione e se non c’è il rapporto non ha nessuna valenza, ma il magistrato è libero di fare le sue valutazioni . Con le ammonizioni si perdono punti nella graduatoria del lavoro perché, se anche la sanzione è stata sospesa c’è stata una condotta irregolare. (Giugno 2006)

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